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COMPRENDERE LE CAUSE DELLA CRISI

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Molteplici fattori, sia interni ed esterni all'impresa, spesso concomitanti, possono causare difficoltà, compromettendone l'equilibrio economico-finanziario.
Tali fattori, se non individuati per tempo, possono minacciare la stessa sopravvivenza dell'impresa.

Generalmente, il Management comincia a rendersi conto delle difficoltà quando la performance aziendale è inadeguata o in declino:

  • il volume dei ricavi non cresce quanto crescono i costi;

  • l'azienda non dà utili o genera perdite;

  • diminuisce la quota di mercato;

  • aumenta l'indebitamento;

  • diminuisce la liquidità.

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I modelli d'intervento

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La letteratura e la pratica aziendale propongono un gran numero di modelli e schemi a supporto della gestione della crisi aziendale.

A nostro avviso, è fondamentale evitare generalizzazioni ed approcci standardizzati. Infatti, ogni azienda è diversa per struttura, posizione sul mercato e, soprattutto, per cultura imprenditoriale e manageriale.


Ciò suggerisce un approccio contingente, specifico, caso per caso.

Il piano di risanamento può coivolgere non soltanto gli aspetti operativi della gestione, ma investire anche quelli strategici, relativi alla scelta dei mercati di riferimento ed alla strategia competitiva dell'azienda, rispetto ai concorrenti.

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In generale, dal punto di vista operativo, i primi interventi da realizzare hanno come obiettivo il recupero di efficienza nel breve periodo. Essi possono riguardare il ridimensionamento dei costi di struttura e, ove possibile, il disinvestimento di attività non strategiche o non più remunerative. Ciò, con l'obiettivo di riportare l'azienda al livello di "break even" (situazione di pareggio economico).

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Ulteriore aspetto prioritario da pianificare è quello relativo all'equilibrio finanziario (situazione dell'indebitamento e dei flussi di cassa). Questo, per bloccare l'erosione della liquidità e ripristinare le condizioni minime, necessarie per la sopravvivenza dell'azienda.

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Nella maggior parte dei casi, i suddetti interventi di tipo operativo non sono sufficienti a garantire la continuità dell'azienda nel medio-lungo periodo.
Al contrario, in assenza di un significativo ripensamento anche dell'approccio strategico, essi rischiano di ridursi a meri provvedimenti "tampone", con il rischio di spostare soltanto nel tempo l'epilogo della crisi.

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Un processo sistematico di risanamento e rilancio coinvolge necessariamente il ripensamento della strategia competitiva aziendale.

Ciò significa riallineare il "sistema-azienda" ai cambiamenti intervenuti sul mercato e può comportare scelte radicali di innovazione di prodotto, del processo produttivo, del marketing e delle politiche commerciali.


Questo per concentrare l'attenzione su ciò che l'organizzazione sa fare meglio (core business), sfruttando a pieno le specifiche capacità disponibili (know how), senza disperdere energie e risorse.
Il processo di riposizionamento, pertanto, ha l'obiettivo di ritrovare il "fulcro o focus strategico" dell'azienda, al fine di indirizzarne le energie per un risanamento che ne garantisca la continuità.

La corretta diagnosi

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Non bisogna fermarsi a quei sintomi...

Il primo passo indispensabile, per il superamento di un momento di difficoltà o di una vera e propria crisi, è quello di una corretta diagnosi.

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Attraverso opportune e specifiche metodologie di analisi, si possono individuare le vere cause delle difficoltà, nonché il profilo della severità della crisi.

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A questo proposito, è fondamentale poter identificare se le difficoltà si riferiscano a:

  • performance inadeguate, attraverso il confronto tra i risultati attuali dell'azienda e quelli storici;

  • performance in declino, rispetto all'andamento dei concorrenti e, più in generale, del settore di appartenenza dell'impresa.

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Qualsiasi piano di risanamento deve inoltre considerare la durata della situazione di crisi ed il livello di deterioramento degli equilibri economici e finanziari dell'azienda..
Questo, per poter pianificare interventi che siano realisticamente sostenibili.

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