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Documento Stress Lavoro
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Lo stress lavoro correlato

 Lo stress lavoro-correlato è causato da fattori diversi: il contenuto del lavoro, l’inadeguata gestione dell’organizzazione e      dell’ambiente di lavoro, le carenze nella comunicazione, ecc.; in linea generale lo stress identifica una condizione in cui l’individuo    non si sente in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative dell’ambiente

 

I rischi psicosociali lavoro-correlati riguardano alcuni aspetti della progettazione e della gestione del lavoro ed i suoi contesti sociali ed organizzativi che hanno in sè un potenziale tale da causare danni psicosociali o fisici. Tali fenomeni sono spesso multiformi e rappresentano una condizione di rischio psicosociale che produce un danno psicologico; pertanto tali fenomeni andrebbero considerati e discussi come il risultato di un ambiente di lavoro carente da un punto di vista psicosociale. Essi costituiscono una delle più importanti sfide del mondo di oggi per la salute sul posto di lavoro e per la sicurezza e sono strettamente correlati a problemi quali stress correlato al lavoro e violenza, vessazioni e mobbing sul luogo di lavoro.

Lo stress a sua volta è generatore di:

·         rischio sicurezza (aumenta il rischio di incidenti sul lavoro);

·         incremento dei costi di produzione (il personale stressato lavora meno, sbaglia di più, ha maggiori difficoltà nelle relazioni con i colleghi, si ammala, ecc…).

La valutazione dello stress lavoro-correlato e le successive eventuali misure per prevenirlo, eliminarlo o ridurlo, rientra nel più generale processo di valutazione di tutti i rischi ed è un compito afferito al datore di lavoro, che deve coinvolgere i lavoratori ed i referenti interni per la sicurezza. La valutazione ed il documento che la rappresenta devono essere attuate entro il 31 dicembre 2010.


I risultati della valutazione dei rischi sono fondamentali per pianificare una corretta gestione. Quest'ultimo è il momento maggiormente legato alle decisioni politiche; non sempre è possibile valutare correttamente e soprattutto in termini quantitativi il rischio e la natura del danno che una situazione di pericolo può determinare, per cui a volte diventa piuttosto complesso attuare delle misure di prevenzione e di protezione che siano consone e soprattutto sufficienti.


La valutazione del rischio, inteso come probabilità che si verifichi un evento dannoso conseguente all'esposizione ad un pericolo, è  l'insieme delle complesse operazioni che devono essere effettuate per stimare qualsiasi esposizione ad un pericolo,  in relazione con le modalità di svolgimento delle procedure lavorative.

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In cosa consiste la valutazione dei rischi?

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La valutazione dei rischi è un processo di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti da pericoli presenti sul luogo di lavoro.
Consiste in un esame sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa,
volto a stabilire:
â–  cosa può provocare lesioni o danni;
â–  se è possibile eliminare i pericoli e, nel caso in cui ciò non sia possibile;
â–  quali misure di prevenzione o di protezione sono o devono essere messe
in atto per controllare i rischi.
I datori di lavoro hanno il dovere, da un lato, di garantire la sicurezza e la salute
dei lavoratori in relazione a ogni aspetto collegato all’attività lavorativa e,
dall’altro lato, di effettuare una valutazione dei rischi. La direttiva quadro
dell’UE sottolinea il ruolo fondamentale della valutazione dei rischi e
stabilisce le disposizioni di base che ogni datore di lavoro deve rispettare. Gli Stati membri, tuttavia, hanno il diritto di adottare disposizioni più rigorose per tutelare i propri lavoratori (cfr. la normativa specifica del proprio paese).

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La salute dei lavoratori europei

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Come riferito dalla European Foundation for the Improvement of Living & Working Conditions (2007), lo stress lavoro-correlato è tra le cause più comuni di malattia riferito da oltre 40 milioni di lavoratori in tutta la UE e si sottolinea come il 6% della forza lavoro in EU sia stata esposta a violenza fisica, il 4% a violenza da parte di altre persone e il 5% a episodi di mobbing e/o molestie sul luogo di lavoro nel corso degli ultimi 12 mesi. Il PRIMA-EF individua gli aspetti principali e le varie fasi e fornisce delle linee guida di buona pratica nella gestione del rischio psicosociale sul luogo di lavoro; data la vastità dello scenario, il PRIMA-EF tende a conciliare le diversità di approccio e di cultura nei vari stati membri della UE e si rivela di particolare utilità per le imprese come base di avvio delle relative politiche, degli indicatori e dei piani di azione per prevenire e gestire lo stress lavoro-correlato, episodi di violenza, vessazioni e mobbing sul luogo di lavoro.

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DVR: come effettuare la valutazione del rischio stress lavoro correlato

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La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato è parte integrante della valutazione dei rischi in azienda (Testo Unico su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) e viene effettuata dal datore di lavoro avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) con il coinvolgimento del medico competente, ove nominato, e previa consultazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS/RLST).

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Come effettuare la valutazione in azienda

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Per prima cosa, bisogna individuare cause ed effetti. Come? Partendo dalle indicazioni ufficiali fornite su sintomi e possibili fattori scatenanti:

«la valutazione dei rischi deve essere effettuata tenendo conto, tra l'altro, dei rischi da stress lavoro–correlato, secondo i contenuti dell'Accordo Europeo dell'8 ottobre 2004», che è stato recepito dall'accordo interconfederale (9 giugno 2008) in base al quale lo stress lavoro – correlato è la «condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro».

 

La valutazione riguarda tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti, prendendo in considerazione gruppi omogenei di lavoratori (per mansioni svolte o partizioni organizzative) che risultino esposti a rischi dello stesso tipo, secondo una individuazione che ogni datore di lavoro può autonomamente effettuare in ragione della effettiva organizzazione aziendale.

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Come redigere il DVR?

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Recentemente il Ministero del Lavoro con lettera circolare n.15 del 18 novembre 2010 ha reso note le indicazioni per la valutazione dello stress lavoro – correlato approvate il 17 novembre 2010 dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro.

Quali aziende sono interessate? Potenzialmente, lo stress può riguardare ogni luogo di lavoro ed ogni lavoratore, indipendentemente da dimensioni dell'azienda, settore di attività, tipologia del contratto o rapporto di lavoro; di conseguenza, la valutazione del rischio deve essere effettuata in tutte le imprese seppure a livelli differenti (con diversi gradi di approfondimento), analizzando anche l'organizzazione del lavoro potenzialmente più pericolosa per la salute.

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Chi valuta?

Per l'intero processo, il datore di lavoro deve avvalersi della collaborazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, del medico competente e del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Risulta utile nei casi più complessi coinvolgere anche il personale (lavoratori più anziani ecc.) o esperti esterni (es. psicologo, sociologo del lavoro).

Quali sono le fasi del processo di valutazione? L'iter di valutazione del rischio stress lavoro-correlato deve essere articolato in più fasi tra loro collegate:

  • Raccolta informazioni

  • Indagine

  • Pianificazione interventi

  • Attuazione interventi

  • Monitoraggio

  • Verifica/Aggiornamento DVR

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